Diana Letizia
I randagi di Cefalonia: storie di cani e umani nel rifugio Ark
Argostoli (Cefalonia) - Timothy ha 18 anni. Sta pulendo i recinti, chinato con la schiena al sole mentre quattro cani gli leccano il viso e fanno di tutto per “impedirgli” di portare a termine il suo lavoro. Ogni anno, il giovane inglese lascia la sua isola per raggiungere l’Isola. Quella con la I maiuscola, un posto chiamato Cefalonia che agli Italiani quasi non ricorda più nemmeno perché era così nota nel nostro paese e non come meta turistica. Nel settembre del 1943 su questa splendida terra di ulivi che arrivano fino al mare e di spiagge con tramonti che affondano al confine tra acqua e cielo morirono oltre 9000 militari italiani all’alba dell’armistizio, per mano dei nazisti in quegli ultimi istanti che decretarono la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Quel tradimento tra popoli che lottavano dalla stessa barricata e che si ritrovarono gli uni aguzzini e gli altri vittime, però, nel rifugio “Ark” a pochi minuti dal centro della capitale Argostoli si trasforma in un presente che di nuovo parla di condivisione di intenti e solidarietà tra persone che appartengono al Vecchio Continente e che in tutte le loro differenze si ritrovano di nuovo tra terra, sole e abbai.