Diana Letizia
"Space Dogs": un documentario sui discendenti di Laika. Viaggio nel mondo dei randagi di Mosca
Sputnik, Mutnik, Kudrjavka, Laika. Non è uno scioglilingua. Sono quattro parole in fila, ognuna con il suo significato ma che fanno riferimento allo stesso evento. Eppure solo la prima e l'ultima, nella mente di chi legge, avranno probabilmente evocato altri due termini: spazio e cane.
A poca distanza dall'anniversario dei 50 anni dal primo viaggio degli esseri umani sulla Luna (20 luglio 1969), a Locarno viene presentato, il nove agosto 2019, "Space Dogs": un film che racconta la storia dei "discendenti" di una randagia di Mosca che fu utilizzata per essere spedita nell'orbita terrestre come primo essere vivente per compiere un viaggio senza ritorno.
Quel cane era Laika, chiamata così dal mondo intero. E il suo nome è già una mistificazione della realtà a cui era stata strappata: un'incomprensione tra Oleg Gazenko, che gestiva quel progetto rivolto alla conquista spaziale nella lotta fredda tra Usa e URSS, e chi gli aveva chiesto il nome dell'animale che fu anche soprannominato "Mutnik", incrociando le parole "Sputnik" e "Mutt", termine inglese per indicare i meticci.
In realtà il gruppo di scienziati che lavoravano sul primo lancio nello spazio con a bordo un essere vivente, chiamava quel cane "Kudrjavka" ("ricciolina"). Assomigliando a un Laika (un tipo di cane da caccia della Russia settentrionale e della Siberia russa) e essendo quel termine anche molto utilizzato per indicare diverse razze locali, divenne quello il nome personale di una cagnetta dal peso leggero (sei chili) che fu tenuta in laboratorio, insieme a altre due femmine, per poi essere la prescelta per una morte certa.
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Sulle tracce di quel "cane dello spazio" si sono messi due documentaristi, Elsa Kremser e Levin Peter, che hanno preso spunto da una legenda che racconta che Laika sia tornata sulla Terra come un fantasma e che da allora abbia poi vagato per le strade di Mosca. Filmando dalla prospettiva dei randagi, "Space Dogs" ha una voce narrante che descrive le avventure in particolare di due cani che vivono oggi nella capitale russa. La loro storia - fatta di relazioni interspecie e intraspecie - è intrecciata con materiale d'archivio inedito.
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