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  • Immagine del redattoreDiana Letizia

Yulin 2019, David Acito: «Siamo in azione anche quest'anno ma le cose stanno cambiando»



Genova - A mille chilometri da Yulin, dove il 21 gugno 2019 si svolgerà la decima edizione del "Festival della carne di cane e di gatto", c'è un condominio in cui ad ogni porta di casa è disponibile una ciotola con cibo e acqua per i randagi della zona. E' da lì che Davide Acito, attivista italiano che ha reso noto nel mondo quella che è una tradizione radicata nella cultura locale ma che decisamente sta cambiando, racconta ancora una volta quello che sta succedendo in vista dell'inizio della mattanza. «Mille chilometri sembrano tanti, ma per un paese così vasto anche questo è rappresentativo invece di come è cambiato l'approccio verso i cani in Cina. Non bisogna generalizzare, è una nazione enorme e sempre di più i cani sono visti come soggetti che hanno tutto il diritto di vivere. Noi siamo pronti per la missione di di quest'anno ma c'è una Cina di cui poco si parla quando poi si racconta dell'orrore di Yulin».


Davide Acito ha 32 anni, è originario di Matera ma vive sul lago di Garda. Il cosiddetto “Dog day” di Yulin lo vive da dieci anni, da quando è iniziato praticamente. Ha dentro l'anima scolpito un dolore che ha trasformato, però, in energia e forza per dare vita a un movimento virtuoso di persone sul luogo e che arrivano dall'estero e che combattono e vincono, soprattutto, contro la mattanza. «I gruppi di attivisti sono sempre più numerosi e questo vuol dire maggior coinvolgimento dei giovani e non solo. Sempre più persone scelgono di adottare e non di comprare. Anche le cliniche veterinarie stanno aumentando e tutto questo, alla fine, sta accadendo in pochissimo tempo».


Davide è in Cina da diversi giorni e questa volta descrive sì una realtà ancora molto radicata ma che attraverso i suoi occhi esperti definisce come in evoluzione: «Sensibilizzare e trasmettere ai giovanissimi non solo la cultura cinofila ma l'amore per tutti gli animali è importantissimo. Non a caso quest'anno in Cina si è celebrato il World show dog, il più grande evento cinofilo su scala mondiale».


Il cambiamento è stato graduale e "l'anno zero" è stato il 2016: «Da allora ho iniziato a percepire che iniziava a diffondersi una cultura diversa. Ci sono voluti anni ma parlando del consumo di carne di cane ora possiamo dire che è molto diminuito: dai 10000 che venivano macellati nella settimana del festival all'epoca oggi siamo a quasi la metà. I gruppi di attivisti sono sempre più numerosi e questo vuol dire maggior coinvolgimento da parte dei giovani e non solo. C'è una sensibilità diversa, rispetto all'idea di cani come cibo ma proprio in generale: nella città di Pechino oggi più di 2 milioni di cani sono regolarmente registrati. Se si continua a lavorare così in pochi anni vedremo scomparire questo fenomeno». 


L'intervista completa su Il Secolo XIX


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